Tessuti

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Tessuti

Il tessuto non riguarda esclusivamente la moda e l’arredo del corpo, e non riguarda gli arazzi, coinvolti nella pittura come snodo tra la tavola mobile e l’affresco. Il tessuto più autentico è quello che si indossa come forma pittorica in movimento nello spazio, in questo è la sua specificità.

Anche per i tessuti liturgici si ripete il fenomeno di quella specificità che può essere rintracciata nelle opere seriali, forti della loro intensità e del forte contesto culturale che le giustifica. E anche qui si può osservare quanto si vede nei mobili, negli argenti, nelle monete e negli smalti: questa specificità porta molto raramente a opere di alto livello creativo, ma l’insieme delle opere sembra costituire il vasto terreno fertile nel quale matura l’opera rara che riesce a incarnare poi ad altissimo livello la specificità che nelle altre opere è diffusa e sempre latente e frenata.

Un tessuto eccezionale (foto) è pubblicato in Atlante dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna (1993), sezione Tessuti e manufatti tessili (pag. 263): un’incredibile pianeta francese (Lione?) del 1771 c, in seta avorio e argento, ricavata dall’abito da sposa di una d’Este di Reggio Emilia. In questa opera affascinante e inquietante la superficie tessuta ricrea una pelle sottile, retrattile e viva, capace di riflettere debolmente le luci dell’ambiente che la ospita, un dipinto raffinato da indossare in movimento per vivere l’osmosi con lo spazio. E’ senza confronti il tessuto più vero, più autentico, che io conosca. Unifica la cultura laica, con la sensualità morbosa della pelle nuda e con i suoi grigi velenosi, con la cultura religiosa, che prevede l’insidiosa seduzione del mistero di una presenza sfuggente.

Ho incontrato un tessuto quasi altrettanto interessante nella mostra L’arte per i papi e per i principi nella campagna romana, grande pittura del ‘600 e del ‘700, Palazzo Venezia (1990), una pianeta del ‘600 creata per il cardinale Girolamo Colonna (1628-1664 c), in seta rossa, oro e argento, ipnotica con la sua materia macerata tormentata dai riflessi luminosi, un piano freddo animato ambiguamente da riflessi caldi.
Aspettai che chiudessero le stupide luci accecanti della mostra per vederlo in tutta la sua reale, vibrante pittoricità.

Questi tessuti costituiscono la guglia estrema di creatività di questa tipologia, mentre le opere più note e più spettacolari esulano in parte dalla specificità del tessuto perché sono troppo vincolate a forme estranee, come è il caso della seducente dalmatica cd di Carlo Magno del Tesoro di S. Pietro, databile tra il IX e il XV secolo con iscrizioni greche che ne attestano l’origine greco bizantina (cfr. P. Hetherington, W. Forman, I bizantini. Storia di un impero (1981, it.1981), un’opera magnifica che deve però la sua energia alle immagini tratte dalla pittura e dalla miniatura costantinopolitane, e come è il caso delle maestose pianete trecentesche in Opus anglicanum tessute in Inghilterra ( ) esplicitamente debitrici della bella grafica della miniatura inglese ( ) educata dai raffinati modelli francesi.

Un dipinto di Andrea Sacchi del 1622 mostra l’arredo della Vallicella realizzato con tessuti stesi sui pilastri. Il tessuto, in quel momento, prima dell’irruzione barocca, ha la stessa funzione degli arazzi negli arredi medioevali, essere pittura mobile da applicare, come i paramenti da indossare erano pittura mobile da spostare nello spazio della chiesa.

Vasi comunicanti: Esteticità, l’Abito.

Libri
1928. Fanny Podreider, Storia dei tessuti d’arte in Italia.
1959. Antonino Santangelo, Tessuti d’arte italiani dal XII al XVIII secolo.
1965. Alberto Busignani, Pollaiolo: il Paramento di San Giovanni.
1968. C.L. Ragghianti, L’Arte in Italia, II e III volume, (sezioni sull’arte tessile di D. Devoti).
1977-1978. Lucia Portoghesi, Antichi tessuti italiani dalle collezioni del Museo di Palazzo Venezia. Raro catalogo della mostra, PV.
1981. AA.VV. Tessuti, tappeti, carta da parati, I quaderni dell’Antiquariato.
1981. AA.VV. Bernini in Vaticano (sezione di Marc Worsdale), interessante catalogo della mostra diviso per sezioni.
1986. Mario Bussagli, La seta in Italia. La seta studiata anche con le immagini pittoriche del tempo.
1986. Rossana Buono, Il Museo di San Giovanni in Laterano.
1990. Rosalia Bonito Fanelli, Il piviale duecentesco di Ascoli Piceno, storia e restauro.
1994. M. Lucidi e AA.VV. La seta e la sua via, catalogo della mostra, Palazzo delle esposizioni, Roma. Un caso esemplare di mostra di tessuti pensata con inedite caratteristiche interdisciplinari: confronti diretti con argenti e marmi, pannelli (discretamente racchiusi in nicchie) con foto a grandezza naturale dei dipinti. Numerose opere del Museo di PV. La mostra sui tessuti più bella e intelligente che io abbia mai visto.
2001. S. Sconci, Stoffe Copte. La collezione Tove Alm. Catalogo della mostra (PV). Le stoffe Copte possono essere facilmente contestualizzate, nel museo che conserva la Cassa di Terracina, con riferimento agli stili tardoantichi e al successivo multilinguismo antomedioevale che ha permesso la confluenza di segni celtici (miniati), di ruvide abbreviazioni plastiche (longobarde) e di fascinose figurazioni tardo ellenistiche (bizantine).