Cariani, non Giorgione
Doppio ritratto, Museo Nazionale del palazzo di Venezia;
http://museopalazzovenezia.beniculturali.it/index.php?it/130/giorgione-doppio-ritratto
Cariani, Concerto, 1518, National Gallery, Londra
1990-2000. Il Doppio ritratto del museo di PV è stato attribuito da sempre a Giorgione nonostante le vistose incongruenze che lo rendono incompatibile con l’opera di quel pittore, come quella incredibile mano elasticamente deformata che sostiene la testa a sn.
Io ho sempre pensato invece a un’opera significativa di Giovanni Busi d. Cariani (+1547), e oggi ne sono più che mai convinto.
Il volume del Doppio ritratto è composto, sn, dall’innesto sconcertante di un viso profondo e pastoso, ostentatamente giorgionesco, su di un corpo incredibilmente stilizzato, piatto e graficamente astratto, in un connubio di naturalismo giorgionesco e di forte stilizzazione, una soluzione che caratterizza appunto l’opera di Cariani, che ha sperimentato il contrasto tra il volume deformato e il volume statico nel suo impressionante Concerto di Londra del 1518.
Nel suo interessante Ritratto di suonatore di viola (1512.1515 c) C ha innestato la stessa latente deformazione plastica nel volume apparentemente statico della figura, un suggestivo smottamento materico che ripete anche nel Suonatore di liuto.
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Cariani, Ritratto di Benedetto da Caravaggio, 1520-1523, Bergamo
http://casatadebusi.interfree.it/images/05RITRA.jpg
Nel Benedetto da Caravaggio di Bergamo C salda le caratteristiche stilizzazioni lineari del volume di sn del DP con la figura di ds così pacatamente naturalistica.
Nelle sue tante opere Cariani ricorre alla tensione tra il naturalismo giorgionesco e la tendenza all’astrazione di matrice belliniana.
Giorgione, Ritratto di uomo; Doppio ritratto, PV; Giorgione, Autoritratto.
L’attribuzione a Giorgione si base evidentemente sulla densità materica del volto della figura di sn, che è infatti una esplicita esplorazione giorgionesca, consueta nella cultura di Cariani, ma questa impostazione genericamente giorgionesca non è paragonabile neanche alle più semplificate prime opere di Giorgione (a sinistra) che mostrano soluzioni epidermicamente analoghe, e tanto meno è paragonabile alle opere di più alta qualità, come il magnifico Autoritratto: nel dipinto di PV la forzata deformazione plastica del volume, nella testa di sn, è coniugata ad una eccentrica, altrettanto forzata stilizzazione (le due incredibili mani, il corpo assolutamente piatto), segni che portano inequivocabilmente al fantasioso sperimentatore Cariani, un intelligente e sensibile pittore che è però del tutto estraneo alla cultura profonda di Giorgione.
E’ quindi verosimile che il DR di Palazzo Venezia sia un’opera di Cariani databile tra il 1515 e il 1520, forse 1518 per la vicinanza strutturale al Concerto, comunque quasi dieci anni dopo la morte di Giorgione.
Aggiornamento 2004: Ci sono i primi dubbi sul dipinto, un restauro dovrà risolvere ‘L’annoso problema dell’attribuzione’, secondo S. Sconci (L’enigma del doppio ritratto, GdA n.235).
2013. Il dipinto è in mostra a Padova (Pietro Bembo e l’invenzione del rinascimento) e sull’inserto domenicale de IlSole24Ore Gonzales Palcios dubita dell’autografia: ‘problematica resta la scelta dei quadri di Giorgione, quattro lavori che presentano qualche difficoltà di lettura. Parlo ( ) di tre ritratti conservati a San Francisco, a Budapest e a Roma ( ) certe durezze formali non fanno che acuire l’incertezza’.
Ho visto altrove la foto di uno dei tre dipinti in mostra a Padova, un giovane con un libro aperto in mano, molto vicino con le sue dure squadrature e le sue sottolineature segniche a quello di PV.
2016. Anche un convegno londinese avanza dei dubbi su DP di Palazzo Venezia.
Aggiornamento 3.2018. Vedo solamente adesso che il Ritratto di giovane (Antonio Broccardo?) di Budapest, attribuito a Giorgione e datato 1500-1510, un dipinto che ai miei occhi ha sempre mostrato una grande vicinanza con il Doppio ritratto e che io ho sempre pensato come opera di Cariani, in effetti è stato attribuito anche a Cariani. Una conferma. E anche il ritratto di uomo con libro (a S Francisco) mi sembra opera di Cariani.
Ho sempre pensato (1990) che anche la Maddalena (mercato antiquario), attribuita da Longhi a Giorgione giovane, possa essere invece una bella opera di Cariani, analoga a un ritratto che ho visto qualche anno fa (una maestosa figura di donna) nella Pinacoteca del Museo Sforzesco.
Per questa Maddalena, Antonio Pinelli, inflessibile fustigatore delle cattive attribuzioni, ha messo apertamente in discussione l’attribuzione di Longhi sostenendo in un suo articolo che il quadro ‘sembra francamente di qualità a dir poco opaca, senza nulla di particolarmente giorgionesco. Può essere un belliniano qualsiasi’.
Fino a qualche anno fa erano ascritti al catalogo di Giorgione i due magnifici dipinti della Borghese (Cantore e Musicista), oggi attribuiti a pittore giorgionesco di inizio Seicento, due opere geniali che rivelano la presenza di un grande autore ancora da indentificare.
Ebbene, in questo sensibilissimo tardo giorgionesco ricorre la stessa deformazione latente del volume che Cariani a suo tempo ha sperimentato nel Doppio ritratto di PV e nel Suonatore di Viola.