STZ pubblicità creativa
Negli anni ’80 la pubblicità italiana ha sperimentato con il gruppo STZ (H.R.Suter, F.Tschirren, V.Zucchini) una forma interessante di osmosi tra la specificità pubblicitaria e le arti figurative.
Quello di STZ è stato un modello esemplare di equilibrio formale che può essere prezioso anche oggi per chi cerca di svincolarsi dai limiti fossilizzati di una pubblicità costretta ad essere sempre troppo visibile e attraente.
STZ ha trovato a suo tempo, con grande naturalezza e con grande freschezza immaginativa, uno snodo creativo tra la specificità del linguaggio pubblicitario, che nonostante le apparenze deve sempre dialogare a distanza con la cronaca drammatica degli eventi come vuole la sua origine nella retorica barocca, e gli esiti più malleabili dell’arte contemporanea.
STZ, Pubblicità Bosch
L’immagine per Bosch è riassuntiva della poetica creativa di STZ: una magnifica foto in bianco e nero mosaicata di intarsi scuri schiacciati in primo piano contro un tessuto di grigi, materiata di raffinate cancellature e di opacità, dove non si rinuncia agli esiti delle ricerche più sensibili della fotografia lirica.
La drammatica apparizione centrale è slabbrata ai bordi per impedirne un rilievo eccessivo e retorico, la didascalia alleggerisce la suggestione drammatica dell’immagine senza ricorrere all’ironia e senza cercare un’inutile complicità in chi legge.
Le eclettiche soluzioni figurative dell’agenzia sono dovute probabilmente all’art director Tschirren. Si va dall’illustrazione popolare del passato (W. Molino replicato dal nipote Roberto) alle immagini più severe dell’arte concettuale, dalla crudezza del neorealismo fotografico alla leggerezza eclettica dell’illustrazione.
La lunga serie per l’illuminazione iGuzzini utilizzò le illustrazioni di G. Mulazzani; una delle immagini per questa campagna era una cupa foto di cronaca scelta con una sensibilità educata dall’arte povera e dalla Land art, con il commento di un frammento poetico di Dino Campana.
Ci fu una pagina per iGuzzini completamente nera (con riferimento all’oscuramento di New York), e nel primo numero di Nuovo, un periodico che nel 1982 coltivava con intelligenza la fascia di frontiera tra pubblicità e creatività contemporanea, Tschirren propose una sua pagina completamente bianca.
Nella campagna per Vortice i crudi riferimenti alla Body art, la figura nuda di una donna obesa sdraiata su un letto e l’immagine di un uomo steso a terra, fulminato dalla corrente, hanno offerto un esempio splendido di dignitosa ipersensibilità e di civilissimo controllo dei contenuti figurativi, dimostrando concretamente come si possa coniugare la leggerezza del meccanismo pubblicitario alla qualità poetica del testo.
E’ evidente nel lavoro di STZ l’esplicita volontà di alimentare consapevolmente uno scambio fertile tra l’immagine pubblicitaria e la ricerca d’avanguardia. C’é una grande chiarezza e serenità nel rispettare lo specifico pubblicitario, che consiste nel mantenere in vita la formula barocca dell’ambiguità retorica laddove gli elementi più effimeri della quotidianità sono indissolubilmente innestati nelle forme più antiche dell’allegoria.
2001