Scenografia

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Scenografia

Beuys, 1981

La triste, inerte scenografia antica ha ceduto nel Novecento alla fascinazione di un utilizzo dei materiali teatrali che ritrova l’immediatezza rituale più remota.
Dopo il teatro povero di Grotowski, dopo il Living Theatre e dopo le sperimentazioni di Ronconi e di Perlini, dislocate in spazi dilatati memori della drammaturgia del mondo greco, la scenografia confluisce liquida, con fascinosa naturalezza, nelle rare installazioni di qualità dell’arte povera e forse troppo scolasticamente nelle forme post concettuali degli anni ’90.

E’ ancora tutto da studiare il ruolo svolto concretamente dalla scenografia per l’affermarsi dell’installazione concettuale, dal Simbolismo al Novecento, e questa carenza critica denuncia il timore di ridimensionare una presunta e inesistente priorità, che è solo quantitativa e non qualitativa, dell’installazione nella creatività contemporanea
2011

Vasi comunicanti. Esteticità, Danza, Armonici di memoria, Arte del XX secolo.

Libri
1963. Edmund Stadler, Adolphe Appia. Catalogo della mostra, Firenze. Lo snodo tra la rigidezza neoclassica e il rigore retorico dell’arte concettuale.
1964. La Storia della musica, Fratelli Fabbri, curata da E. Rescigno, è la più vasta raccolta di scenografie del teatro musicale di tutte le epoche.
1967. Guido Ballo, La Scenografia, in L’Arte Moderna, F. Fabbri editori.
1977. Il numero speciale di Lotus international (Casabella) dedicato ad Architettura e teatro, raccoglie più informazioni e riflessioni critiche sulla scenografia antica e contemporanea di qualsiasi tedioso studio storico.