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Foto: Diego Carpitella

Con il fascino della voce che si rivolge solamente all’individuo, nel dialogo sommesso che esalta lo spazio privato, la tecnica creativa della Radio ha saputo conservare nel tempo della spettacolarità dell’immagine la preziosità della parola recitata.

Splendida e rivelatrice l’interpretazione del significato della Radio ne Gli strumenti del comunicare di McLuhan.

Suppongo che la mia sensibilità per la musica sia dovuta anche all’ascolto quotidiano della radio, nei primi anni ’60, incoraggiato da mio fratello R. Ricordo con piacere la tanta musica medioevale, Monteverdi, le letture di poesia, il teatro.

E’ questa cultura della radio che mi ha permesso di vivere con distacco la prepotente invadenza della televisione, che allora si andava a vedere la sera al bar, del cinema narrativo e anche della fotografia, che sulla stampa sostituiva gradualmente l’illustrazione con una spiacevole metamorfosi che per me corrispondeva alla sostituzione della parola udita alla radio con la parola visualizzata in televisione.

Il mio ascolto massiccio della musica, a parte i concerti dal vivo, naturalmente, si divideva tra la Radio (terzo canale e poi filodiffusione) e i dischi in vinile prestati generosamente e gratuitamente ogni settimana dal Goethe Institut.In RicordeRai (2003-2004) c’è la documentazione illustrata degli inizi della radio italiana.
Una breve storia dell’origine della Radio è reperibile in Mass Media, Nascita e industrializzazione, di Peppino Ortoleva, 1995, Giunti.

Il programma radiofonico di Diego Carpitella, Etnomusicologica, basato sugli archivi della Radio, è stato per me (nel ’60-‘70) lo strumento più importante per capire la musica popolare ed extraeuropea.
Indimenticabili i tanti brani autentici ascoltati e registrati subito su cassetta. Scrivevo i miei appunti a macchina mentre ascoltavo la radio.

Era possibile ascoltare la musica popolare ed extraeuropea più autentica, fu la migliore e più vasta integrazione dell’esperienza della musica popolare ed etnografica che potessi fare.

Cage ha creato un’opera, Imaginary landscape n. 4 per 12 radio, 1951, che prevede apparecchi radio accesi o spenti seguendo un progetto aleatorio dell’autore (c’è un filmato in You Yube).

Il segnale che Radio Londra usò per comunicare alla resistenza francese l’invasione in Normandia era un verso di Verlaine: colpiscono il mio cuore con monotono languore.