Armi

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Armi

1976. Quando vidi lo splendido allestimento delle Armi Odescalchi nei saloni monumentali di Palazzo Venezia capii quanto le armi possano essere opere d’arte sofisticate del più alto livello.
E in quegli anni vidi anche le austere mazze cerimoniali oceaniche del Pigorini, ulteriore dimostrazione di come le armi possano trasmutarsi in altro.

Nelle grandi opere di Negroli e di Piccinino, i creativi armieri milanesi del 1500, c’è la piena consapevolezza dell’armatura come progetto di design coinvolto in un fenomeno culturale di grande portata estetica che trascende lo stesso utilizzo funzionale delle armi.

Sono interventi colti, nell’assetto decorativo dell’armatura come abito da cerimonia, che attraverso la massa scolpita e incisa dell’armatura trasformano in oggetto prezioso, dotato di potere visionario, qualcosa che deve dissimulare e far dimenticare retoricamente la sua origine funzionale. L’armatura attrae in superficie, come in uno specchio, le decorazioni plastiche dello spazio architettonico circostante, reclamando esplicitamente la capacità di essere una componente della contraddittoria memoria visiva del mondo.

Nelle armi il design si affina quando si tratta di farne dimenticare la funzione: le pistole e gli archibusi di fine Cinquecento occultano la sagoma funzionale dell’arma, nello scenario figurativo del manierismo internazionale dove, per un breve momento storico, nessuna cosa denuncia esplicitamente la sua funzione pratica: già il falcione contadino ( ) attorno al 1530 si era trasformato in un prezioso oggetto astratto alla corte di Carlo V, assorbendo e dissimulando la sua doppia realtà materiale: quella del lavoro contadino e quella della guerra, i contadini svizzeri disarcionavano i cavalieri nemici con gli strumenti del lavoro agricolo.

Esemplare della possibilità delle armi di occultare la propria funzione è la Pistola a ruota tedesca del 1548, Coll. Odescalchi, Museo di Palazzo Venezia (cfr. Esteticità).

La Spada dell’incoronazione dei re di Francia, del Louvre, è stata erroneamente creduta la spada di Carlo Magno, ma è stata forgiata forse per Filippo Augusto nel 1179 (cfr. Guida del Louvre, 2005). E’ un’opera composita: il pomo è del X-XI secolo, i ritti del XII, il rivestimneto del fodero con i gigli è stato rifatto nell’Ottocento; è in Oro, acciaio, perle di vetro o lapislazzuli. In passato la notai con grande interesse nel dipinto di Hyacinthe Rigaud, Ritratto di Luigi XIV (1701) del Louvre, un affascinante oggetto medioevale a fianco di un regnante barocco. Il saggio degli specialisti C. Blair e L. Boccia, Armi e Armature (1981), la riproduce con una sciatta didascalia, indegna di un’opera così interessante:‘inizi XI secolo, fornimento gettato e intagliato’.
Nel volume Carlo Magno di M. Grillandi, 1981, è riprodotta una spada altomedioevale (pag. 67) che ‘secondo la tradizione’ sarebbe stata trovata nella tomba di CM, nel 1000, da Ottone III: l’opera però, decorata in oro a sbalzo, con i suoi frenetici e minuti annodamenti sembra una raffinata opera d’oreficeria celtica: se davvero apparteneva lui, significa che CM usava una spada dei suoi nemici normanni?
Quando Durer ha raffigurato Carlo Magno (v. Grillandi) ha riprodotto accuratamente, assieme alla corona ottoniana di Vienna, documentata dal 962, una grande spada romanica disegnata rigorosamente in linee rette con un grande pomello tondo, come quelle bellissime che ho sempre visto nel deposito delle armi a PV.

Ho fatto una bellissima esperienza delle armi antiche collaborando col restauratore Sivano Germoni a PV. Prendere in mano una delle monumentali spade antiche significa capirne l’architettura complessa, che cambia a ogni movimento in corrispondenza delle parti del corpo impegnate.

Libri
1968. Nolfo di Carpegna, Armi da fuoco della Collezione Odescalchi. Bel catalogo delle armi Odescalchi. Nel 1959 una parte della collezione è stata acquistata dallo Stato (ora a PV).
1976. Nolfo di Carpegna, Le armi Odescalchi. Catalogo della mostra (PV). Magnifici i falcioni cinquecenteschi, quelli che si vedono nell’incisione di Nicolas Hogenberg, Carlo V e Clemente VII nella processione per l’incoronazione di Carlo V a Bologna nel 1530.
1976. AA.VV. A cura di B. Brizzi, Il museo Pigorini. Asce cerimoniali delle Isole Cook e Clave della Nuova Guinea.
1981. Claude Blair, Lionello Giorgio Boccia, Armi e armature, I quaderni dell’antiquariato.
1993. L. G. Boccia, Le armature di eccellenza, in Atlante dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna.
2003. Maria G. Barberini, Belle e terribili. La collezione Odescalchi. Armi bianche e da fuoco. Catalogo della mostra (PV).